UNA STORIA RACCONTATA CON PASSIONE, DOLORE ED ENERGIA
ASSANDIRA
128 min | Drammatico | Italia
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Lo spettacolo inizia 5 minuti dopo.
La programmazione potrebbe subire variazioni senza preavviso.
Regia
Salvatore Mereu
Attori
Gavino Ledda Anna König Marco Zucca Corrado Giannetti Samuele Mei
Genere
Drammatico
Durata
128 min.
Nazione
Italia
Tipo
Classificazione
Per Tutti
Trama
Costantino Saru, settantenne, si aggira sotto una pioggia torrenziale attraverso i resti di quella che era la sua proprietà e che il figlio Mario aveva trasformato in un agriturismo, dandogli l'antico nome sardo di Assandira. Mario è morto, e così gli animali: cavalli, pecore, maiali, galline. E un magistrato è venuto ad investigare l'origine del rogo che ha reso Assandira "un niente di nessuno". La storia che precede quel rogo viene ripercorsa a ritroso, a partire da quando Mario e la sua compagna tedesca tornano dalla Germania, dove il figlio di Costantino aveva cercato lavoro. I due convincono Costantino a trasformare la sua proprietà in un "villaggio antichità" che mostri ai turisti stranieri l'antico stile di vita dei pastori sardi, che la nuora tedesca rilegge come "molto pittoresco". Ed è l'inizio della profanazione di una terra già abbondantemente sfruttata e derisa dal turismo del "continente".
Note
Salvatore Mereu ha messo sangue, passione, dolore ed energia in questa storia di un uomo vissuto secondo i canoni di una tradizione atavica che gli è sempre stata ostile ma della quale conserva il rispetto.
Quello che per Costantino è vita, anche nella sua accezione più crudele, per sua nuora, i turisti curiosi e persino suo figlio diventa invece un gioco: ma "non si può fare gioco una cosa che è seria". Il regista-sceneggiatore cerca "il filo nascosto che collega le cose", o meglio il bandolo di quella matassa perversa che in Sardegna si attorciglia da anni strangolando i suoi abitanti. Purtroppo però il risultato filmico è altrettanto intorcinato e ridondante, e complica oltremodo una storia che aveva la sua cifra distintiva nella scena iniziale: dura, pura, e dritta al punto.
Invece la narrazione di Assandira affastella episodi di degrado che rendono a tratti macchiettistico sia l'interesse "antropologico" e voyeurista dei turisti che le reazioni dei sardi arretrati e disposti a svendere la propria cultura. L'effetto finale è confuso, come se Mereu avesse avuto bisogno di un maggior tempo di post produzione e di più chiare scelte narrative, e al contempo eccessivamente didascalico, impedendo allo spettatore di "fare di questa storia l'uso che vuole": un concetto negativo, quando si parla delle distorsioni contemporanee dello "storytelling", ma positivo se si applica ad un film che ha bisogno di sfumature e ambiguità.