Un’opera che colpisce per intensità, misura e autenticità
UN SEMPLICE INCIDENTE
101 min | Grottesco | Iran, Francia
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La programmazione potrebbe subire variazioni senza preavviso.
Regia
Jafar Panahi
Attori
Vahid Mobasseri Mariam Afshari Ebrahim Azizi Hadis Pakbaten. «continua Madjid Panahi Mohamad Ali Elyasmehr Delmaz Najafi Afssaneh Najmabadi
Genere
Grottesco
Durata
101 min.
Nazione
Iran, Francia
Tipo
Film
Classificazione
Per Tutti
Trama
Padre, madre e figlioletta percorrono di notte una strada in auto quando un cane finisce sotto le ruote. Ciò provoca un danneggiamento al veicolo che costringe ad una sosta per la riparazione temporanea. Un uomo che si trova sul posto cerca di non farsi vedere perché gli è parso di riconoscere nel conducente dell'auto un agente dei servizi segreti che lo ha sottoposto a violenza in carcere. Riesce successivamente a sequestrarlo ed è pronto a seppellirlo vivo quando gli viene il dubbio che si tratti di uno scambio di persona. Cercherà conferme in altri che, come lui seppure in misure diverse, hanno subito la ferocia dell'uomo.
Con Un semplice incidente, Palma d’Oro al Festival di Cannes 2025 e designato dalla Francia come candidato ufficiale agli Oscar® 2026 per il Miglior Film Internazionale, il regista Jafar Panahi ha da poco ricevuto il Premio alla Carriera da Giuseppe Tornatore al Festival del Cinema di Roma.
Note
Jafar Panahi, scontata la pena inflittagli dal regime iraniano, gira un film in cui la denuncia si fa durissima anche se nell'involucro di una apparente commedia.
Chi cerca un cinema in cui l'impegno civile si ammanti di raffinatezze da cinefili farà bene a tenersi lontano da questo film. Chi invece sente l'urgenza della denuncia di una struttura di repressione in cui si stanno insinuando crepe visibili (soprattutto dopo la discesa nelle piazze delle donne) non potrà non apprezzare il fatto che il coraggioso regista iraniano abbia scelto la strada dell'ironia per poi poter colpire dritto il bersaglio mettendone a nudo la crudeltà.
I suoi protagonisti, la cui presenza a partire da colui che compie il sequestro, procede per accumulo, seppur limitato, sono esseri umani che hanno subito la violenza e la perversione di un potere che si vede come teocratico (deflorare una detenuta prima di ucciderla per far sì che non vada nel paradiso delle vergini) ed è invece solo interessato a conservare sé stesso.
Panahi ne ha conosciuto la pressione e non ha dimenticato gli interrogatori bendato davanti a un muro con un inquirente alle spalle che non smetteva di fargli domande sul perché nel suo cinema non si limitava a mostrare quanto fosse bella la società del suo Paese.