UN DURO ATTACCO AL MASCHILISMO CHE NON CADE NELLO STEREOTIPO

DIO È DONNA E SI CHIAMA PETRUNYA

DIO È DONNA E SI CHIAMA PETRUNYA

100 min | Drammatico | Macedonia, Slovenia

Gli orari indicati corrispondono all'inizio di pubblicità e trailer.

Lo spettacolo inizia 5 minuti dopo.

La programmazione potrebbe subire variazioni senza preavviso.


Regia

Teona Strugar Mitevska

Attori

Zorica Nusheva Labina Mitevska Simeon Moni Damevski Suad Begovski Stefan Vujisic Violeta Sapkovska Petar Mircevski Andrijana Kolevska Nikola Kumev Bajrush Mjaku

Genere

Drammatico

Durata

100 min.

Nazione

Macedonia, Slovenia

Tipo

Film

Classificazione

Per Tutti

Trama

Petrunija è laureata in storia, ha 32 anni, vive nella cittadina macedone di Štip e non ha un'occupazione. Rientrando verso casa dopo un colloquio di lavoro andato male, si ferma ad assistere a una cerimonia ortodossa per le strade. Il rituale prevede che il prete getti una piccola croce nel fiume e che gli uomini si precipitino a recuperarla. Petrunija, vicina alla riva, vede che nessuno raggiunge l'oggetto sacro e si tuffa a recuperarlo. Ne nasce una rissa per strapparle la croce di mano e, più tardi, la giovane è portata al posto di polizia per essere interrogata su un gesto che è stato filmato e il video è diventato popolare in internet, attirando l'attenzione della giornalista di una televisione nazionale.

Note

Dio è donna e si chiama Petrunya è il quinto lungometraggio della macedone Teona Strugar Mitevska, autrice molto amata dalla Berlinale, che negli anni ha presentato lì quasi tutti i suoi lavori.

La regista è conosciuta nell'ambiente dei festival per How I Killed a Saint, I am from Titov Veles e The Woman Who Brushed Off Her Tears. Questo è il suo lavoro migliore e più coeso, il dramma di una donna sovrappeso che si scontra con il maschilismo ancora diffuso. Prima il colloquio con il proprietario di una fabbrica tessile che non la considera adatta e la offende in più modi, poi l'episodio al centro della vicenda con le sue conseguenze.

La protagonista è invitata ripetutamente a riconsegnare la croce recuperata dalle acque e accusata di averla "rubata" in quanto donna. Portata nella stazione di polizia, e trattenuta pur senza essere arrestata, trova ogni volta l'argomento giusto per rifiutarsi. Petrunija ha buon gioco anche perché si trova in una terra di mezzo tra le leggi della Chiesa e quelle dello Stato, tra le regole e le tradizioni. Contro di lei c'è anche la forza del branco, il gruppo, dal quale emergono solo pochi volti, che aveva subito lo smacco nel fiume e cerca di rifarsi aggredendo la giovane.


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