Una commedia all'italiana decostruita, amara e impossibile

TONY DRIVER

TONY DRIVER

73 min | Grottesco | Italia, Messico

Gli orari indicati corrispondono all'inizio di pubblicità e trailer.

Lo spettacolo inizia 5 minuti dopo.

La programmazione potrebbe subire variazioni senza preavviso.


Regia

Ascanio Petrini

Attori

Pasquale Donatone

Genere

Grottesco

Durata

73 min.

Nazione

Italia, Messico

Tipo

Film

Classificazione

Per Tutti

Trama

Pasquale un giorno decide di cambiare nome e farsi chiamare Tony. Nato a Bari, quartiere Madonnella, a 9 anni, nella metà degli anni Sessanta, migra oltreoceano con la famiglia e cresce da vero americano, tutto hot dog e rockabilly. Non è mai ritornato in Italia, fino a quando, ormai tassista di professione a Yuma, un blitz anti-immigrazione alla frontiera con il Messico lo costringe a scegliere: la galera in Arizona, o la deportazione in Italia per dieci anni. Il reato? Trasporto a bordo del suo taxi di migranti illegali negli Stati Uniti. Tony opta per la deportazione. Rientrato in Italia, col suo sogno americano andato in pezzi, si ritrova completamente solo in quello che definisce “un altro pianeta”, un piccolo Paese immobile senza opportunità. Nello scenario desolante in cui vive ai margini dell’autostrada, Tony indossa ancora il suo cappello da cowboy e non sembra proprio disposto ad arrendersi…

Note

Un po' di anni fa Ivano Fossati cantava "Saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro".

Oggi il maledetto muro che Pasquale (che si sente Tony) ha piantato nella testa è quello che Donald Trump vorrebbe sempre più lungo e sempre più impenetrabile: quello alla frontiera tra Messico e Stati Uniti.

Ascanio Petrini al suo primo lungometraggio ha saputo tradurre in immagini da grande cinema l'incontro con quello che è sicuramente un Personaggio (con la maiuscola necessaria) nel senso più completo del termine. Con un volto che ricorda quello di Harry Dean Stanton e con un senso di appartenenza che nulla sembra poter vincere, Tony permette al regista di costruire un ritratto che potremmo definire 'alla Minervini' senza con questo voler nulla togliere alla sua originalità di sguardo. Perché questo driver non è un santo.


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